IPL in dialogo…

Poco prima del ritiro dal mondo del lavoro, molte persone si chiedono se la meritata pensione dovrebbe essere utilizzata interamente per rilassarsi o se magari sarebbe appagante e sensato continuare a lavorare un po’. Che sia per motivi finanziari o personali, rimanere attivi è una buona opzione per molti. “Soprattutto quando si tratta di trasmettere le conoscenze ai colleghi più giovani, i pensionati che sono felici di continuare a lavorare, anche se solo a orario ridotto, possono rappresentare una grande risorsa” sottolinea il Direttore IPL Stefan Perini. “Il fattore decisivo – continua Perini – è che le condizioni quadro siano eque e che qualsiasi forma di lavoro in età avanzata non sia per necessità economica”.

Nel quinto webinar della serie “IPL in dialogo…”, l’IPL | Istituto Promozione Lavoratori ha analizzato i caratteri giuridici, politici e sociali del lavoro dopo la pensione. In particolare, l’attenzione si è concentrata sulle persone che hanno già raggiunto l’età pensionabile ma hanno deciso volontariamente di continuare a lavorare, magari anche solo qualche ora la settimana. Lo spunto proviene dai dati recentemente pubblicati dal Barometro IPL e dai quali emerge che tre altoatesini su quattro ritengono di poter svolgere la propria attuale professione anche all’età di 65 anni.

Lavorare dopo la pensione: meglio farsi consigliare dagli esperti

Chi desidera continuare a lavorare dopo il pensionamento dovrebbe conoscere bene il quadro giuridico. In linea di principio, il legislatore è generoso in materia: il “pensionamento attivo” è espressamente consentito ed è agevolato da norme favorevoli, anche per contribuire ad alleviare la carenza di manodopera. Il lavoro può essere ripreso già 15 giorni dopo la data ufficiale di pensionamento, senza limiti di tempo.

Anny Obergasser, responsabile del patronato INCA, vede diverse possibilità: “Con le attività di volontariato, per esempio, i pensionati possono ancora dare un grande contributo alla società. Chi vuole, senza obbligo alcuno, può però continuare a lavorare”. È tuttavia sempre importante ottenere prima informazioni da esperti, per esempio attraverso i patronati, in quanto la posizione di partenza è fondamentalmente diversa per tutti e le leggi possono continuamente cambiare a causa di nuove normative.

Pensione e lavoro: possibile, ma anche auspicabile?

Un “pensionamento attivo” è quindi possibile, ma è anche effettivamente gradito alle aziende? Secondo la consulente del lavoro Karolina Silvestri, sì. Come infatti da lei affermato durante il webinar, le aziende assumono neopensionati soprattutto per trasmettere conoscenze e cultura del lavoro alle nuove leve, creando nuove sinergie e un’influenza positiva per i dipendenti anziani che, solitamente, si traduce poi anche in reddito extra. “In questo caso bisogna tuttavia tenere conto anche degli aspetti fiscali e contributivi, al fine di evitare di essere supertassati in sede di dichiarazione dei redditi o addirittura di rimetterci” avverte la stessa Silvestri.

Un’opportunità per tutti, ma occhio alle degenerazioni

Alla luce della carenza di manodopera qualificata e dei cambiamenti demografici, al mondo del lavoro servono più che mai anche i dipendenti anziani. A volte, però, è vero anche il contrario: “Spesso chi è lontano dalla pensione ripete che non vede l’ora di raggiungerla, ma quando quel momento si avvicina questa urgenza sembra venire meno e ci si guarda intorno” afferma infatti Marialuisa Gnecchi, ex deputata e oggi membro del CdA dell’INPS a Roma.

Dal suo intervento emerge poi chiaramente un altro aspetto: lavorare in pensione deve essere sempre una decisione presa volontariamente e dettata, per esempio, dal piacere del lavoro o dalla volontà di avere nuovi stimoli e un compito significativo da svolgere; non, quindi, da una necessità economica.

Assumere i pensionati non deve poi diventare per i datori di lavoro un’opportunità di sostituire i dipendenti più giovani con manodopera meno costosa, creando concorrenza sleale. “Questa pratica – conclude Gnecchi – deve essere utilizzata per sopperire alla reale esigenza di formare i giovani che subentrano e per garantire ai lavoratori più avanti con l’età una possibilità di rimanere attivi a condizioni eque. Ciò faciliterebbe molto la staffetta generazionale”.

Commento del Presidente IPL Stefano Mellarini

“Non si dovrebbe mai costringere le persone a lavorare dopo la pensione: chiunque voglia continuare, dovrebbe poterlo fare di sua spontanea volontà e a condizioni eque. Un buon lavoro in età avanzata richiede modelli flessibili, considerazioni sulla salute e sicurezza sociale. È anche chiaro che questo concetto, di per sé positivo, non deve essere usato impropriamente per innalzare gradualmente l’età pensionabile prevista dalla legge”.

Comunicato stampa

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