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Il clima di fiducia dei lavoratori in Alto Adige, analizzato per singoli settori, delinea un quadro differenziato che in gergo barometrico potremmo definire “sereno variabile”.



Disparità di reddito: l’Alto Adige è mediocre con deboli segnali di miglioramento

Bisogna distinguere tra la disparità di reddito percepita e quella da fonti statistiche amministrative, premette il Direttore dell’IPL Perini. L’83% degli intervistati del Barometro IPL giudica personalmente il divario tra ricchi e poveri in Alto Adige “molto grande” (32%) o “grande” (51%). Dalle interviste degli anni precedenti erano emersi valori simili, o anche più alti, aggiunge Perini. Anche in questo caso non si delinea nessun trend chiaro. Prendendo a riferimento cifre dell’ASTAT riferite al 2013 si può tuttavia provare che i redditi delle famiglie in Alto Adige sono distribuiti più equamente rispetto a quelli negli Stati Uniti o in Italia, ma meno rispetto all’Austria, alla Svizzera o alla Germania. Uno dei motivi è il gap tra chi guadagna bene e chi guadagna poco, rileva Perini, gap che in Alto Adige è minore che in Grecia o nel resto d’Italia, ma maggiore di quello dei paesi limitrofi di lingua tedesca: “le cifre tratte dalle dichiarazioni dei redditi indicano invece che la distribuzione dei redditi individuali in Alto Adige si è sviluppata nel periodo dal 2011 al 2015 verso un lieve maggiore equilibrio”, constata il Direttore dell’IPL, Stefan Perini, richiamando alle rispettive pubblicazioni dell’Istituto.


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Clima positivo con qualche segnale d’allarme

Per quanto concerne l’attuale clima di fiducia dei lavoratori dipendenti, si riscontra che le aspettative relative all’andamento economico futuro rimangono su livelli elevati (più alti rispetto all’estate 2017), tuttavia si denota un lieve calo nei ultimi due trimestri. “Sarebbe comunque prematuro parlare di un trend negativo, anche perché dal confronto su base annua nessuno degli indici si mostra in calo, e tre indici sono addirittura saliti in misura significativa”, spiega il Direttore dell’IPL, Stefan Perini. Migliorano infatti gli indici sulla ricerca di un posto di lavoro equivalente, sul rischio di perdere il posto di lavoro e sulle possibilità di risparmio. Attualmente il 32% dei lavoratori altoatesini dichiara di arrivare solo a fatica a fine mese. D’altra parte, però, una quota relativamente consistente di lavoratori (61%) è convinta di riuscire a risparmiare qualcosa nei prossimi 12 mesi.

La Presidente IPL, Christine Pichler: “Si deve battere il ferro finché è caldo. Data la situazione economica buona per i lavoratori dipendenti
altoatesini e le loro rappresentanze è importante ora riuscire a portare a casa contratti aziendali con salari
dignitosi, meglio allineati al costo della vita in Alto Adige.”


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Il garante dell’equità sociale

Senza il welfare quasi una famiglia altoatesina su quattro sarebbe a rischio povertà. Grazie alle prestazioni sociali e previdenziali pubbliche la povertà non colpisce più il 26,3%, ma ‘solo’ il 16,6% dei nuclei familiari altoatesini. “Il welfare funge da garante per l’equità sociale e un’equa distribuzione del benessere”, è convinta la Presidente dell’IPL, Christine Pichler. Secondo i lavoratori altoatesini, la mano pubblica dovrebbe spendere di più nei settori della cura e della sanità.

 


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