La domanda dell’IPL: “Qual è secondo Lei il problema (e il secondo problema) più importante che deve essere risolto in Alto Adige in questo momento?” Nelle interviste, condotte tra l’1 e il 20 dicembre 2017, sono state rilevate 871 affermazioni valide da un campione rappresentativo di 471 lavoratori dipendenti.
Il 40% degli intervistati considera i temi dell’immigrazione, dei richiedenti asilo e l’integrazione in cima alla classifica dei maggiori problemi. La maggioranza si riferisce all’argomento in maniera piuttosto generica. Le affermazioni concrete variano da “arginare l’immigrazione incontrollata” fino a “prima gli altoatesini”, con uno sguardo costante rivolto alle questioni abitativa e assistenziale. Una grande fetta degli intervistati percepisce il sostegno all’integrazione come una sfida.
Per il 19% dei dipendenti coinvolti nell’indagine, i posti di lavoro di qualità sono insufficienti. Gli intervistati fanno riferimento dalla generale “insufficienza di posti di lavoro” ai “troppo pochi lavori sicuri, non precari”. Più volte vengono reclamate “politiche del lavoro per i giovani”. Altri sono dell’idea che “le offerte di lavoro devono migliorare”. I pareri dei lavoratori dipendenti sfociano chiaramente nella richiesta a creare posti di lavoro sicuri e a stabili nel tempo.
Il 17% degli intervistati considera la sanità un problema rilevante in Alto Adige. La rabbia per “i tempi di attesa eccessivi” trapela chiaramente dalle affermazioni di molti. Viene criticata inoltre la carenza di medici e personale specializzato così come la chiusura di alcuni reparti negli ospedali periferici.
Un ulteriore 17% considera traffico e mobilità sostenibile la prima sfida da affrontare. Ai lavoratori dipendenti interessa in particolare la risoluzione del problema del traffico nel centro città e sull’autostrada del Brennero, ma anche quello indotto dal turismo. Il desiderio di migliorare le condizioni del trasporto pubblico viene alla luce in risposte come “rimuovere/ridurre l’aeroporto”, “più mezzi pubblici per i pendolari”, “ritardi dei treni Merano-Bolzano” oppure “Nightliner”.
Per il 13% c’è invece necessità di intervenire per la buona convivenza dei tre gruppi etnici in Alto Adige. Anche se non viene espresso nel dettaglio, lo scambio linguistico e culturale dei tre gruppi gioca qui un ruolo fondamentale. Il sentire comune dei lavoratori dipendenti viene espresso in frasi come “Persiste ancora oggi una forte separazione tra italiani e tedeschi”; “Migliorare la buona convivenza tra i gruppi”; “Risolvere il conflitto tra italiani e tedeschi”.
Il 12% dei lavoratori dipendenti indica invece disuguaglianza e lacune sociali come il primo problema da risolvere – tra cui un divario tra ricchi e poveri in continuo aumento, diversi gruppi emarginati e poco sostenuti e gli aiuti pubblici insufficienti a coprire i bisogni, tra gli altri, anche di queste classi sociali. L’appello degli intervistati a una maggiore equità sociale si manifesta sotto forma di “più aiuti alle famiglie”, “sgravi fiscali per i lavoratori” e “sostegno alle donne lavoratrici”, riporta Friedl Brancalion. Molte affermazioni d’altro canto rimangono generiche come il sostegno al “ceto medio”.
Gli intervistati riportano per l’11% il problema dell’abitare a prezzi ragionevoli come particolarmente importante. I prezzi degli immobili sono considerati sproporzionatamente elevati, e non alla portata di un normale reddito. Viene fatto cenno anche ai costi abitativi troppo alti per le giovani generazioni.
Gli stipendi bassi e il potere d’acquisto risultano in cima alla classifica dei temi importanti per il 10%. Qui sono esemplari risposte quali: “Gli stipendi rimangono gli stessi, mentre il resto costa sempre di più”; “Allineare i salari al costo della vita”; “Retribuzioni basse”. Vale il motto: salari più alti!
Le dichiarazioni del 7% degli intervistati vanno in direzione della scarsa fiducia nella politica e nei privilegi dei politici. Viene contestata soprattutto il distacco della classe dirigente dai problemi reali della popolazione. Alla politica vengono addebitati anche fenomeni come una mancante trasparenza e un utilizzo irresponsabile di risorse pubbliche.
Per il 6% delle risposte viene registrata una preoccupazione rispetto alla microcriminalità e alla sicurezza. I problemi sentiti sono ad esempio i furti nei negozi o nelle abitazioni e la sicurezza nei luoghi pubblici durante le ore notturne. Una parte dei lavoratori si mostra preoccupata rispetto all’aumento generale della violenza.
Secondo una quota del 6% degli intervistati, è necessario un intervento nell’istruzione e nel sistema scolastico, sia sotto forma di investimenti che di valorizzazione del personale docente. Vengono citate spesso le scuole miste, una rottura rispetto alla classica separazione tra scuole in lingua italiana e tedesca. In generale i lavoratori fanno riferimento a un’insufficiente livello di bi- e multilinguismo.
Un altro 6% pone al primo posto la questione dell’ambiente insieme a quella di un’agricoltura sostenibile, sullo sfondo di tematiche come il cambiamento climatico, le questioni sulle monocolture e i pesticidi, insieme al desiderio di un “Alto Adige biologico”. Alcune risposte riguardano la problematica “lupo ed orso”.