Se i tirocini dappertutto andassero così bene come alla Libera Università di Bolzano non si parlerebbe di “generazione tirocinio”. I 366 tirocini svolti dagli studenti unibz nel corso del 2015 sono stati ampiamente valutati dagli stessi nella rilevazione svolta dall’IPL in cooperazione con l’Ufficio Tirocini & Placement dell’unibz: il tasso di risposta in questo quarto anno di rilevazione ha raggiunto l’86,9%, una quantità di dati che permette di evincere molto sulla qualità dei tirocini svolti.

 

La domanda classica posta sin dall’inizio della rilevazione nel 2012 è la seguente: Gli studenti si sentono un tuttofare, una risorsa o piuttosto un peso per l’azienda? “Sin dalla prima rilevazione emerge chiaramente che 9 studenti su 10 si percepiscono come una risorsa”, sostengono i ricercatori dell`IPL | Istituto Promozione Lavoratori Heidi Flarer e Werner Pramstrahler. In particolare ne è convinto chi studia scienze e tecnologie. “Quest’anno abbiamo analizzato i risultati per la prima volta anche in funzione del luogo di svolgimento del tirocinio: gli studenti che hanno svolto lo stage nei paesi tedescofoni vicini danno voti decisamente alti”, precisa Flarer.

L’alto grado di soddisfazione con il tirocinio si rispecchia nell´alta quota di raccomandazione.

Il 92,1% dei tirocinanti consiglierebbe la propria struttura ospitante, il 58,5% addirittura assolutamente. La rilevazione dell’IPL conferma anche che nella maggior parte delle aziende ci presta la giusta attenzione ai tirocinanti. L’88,7% indica di incontrare spesso il proprio tutor aziendale. Le indicazioni riguardo il clima di lavoro sono mediamente positive. In prima linea viene rimarcata la correttezza del trattamento (6,4 su una scala da 1 a 7), seguito dall’inserimento avvenuto senza problemi (6,1). Gli interessi dei tirocinanti trovano spazio (5,8) e idee proprie vengono considerate (5,9). Raramente gli studenti vengono sovraccaricati o viene loro richiesto di svolgere mansioni oltre le reali capacità. La possibilità di mettere in pratica quanto studiato sembra invece limitata con un voto di 3,6.

La metà dei tirocini viene svolto su territorio altoatesino.

Nel caso della Facoltà di Scienze della Formazione quasi tutti, molti anche della Facoltà di Scienze e Tecnologie (74,2%), mentre gli studenti della Facoltà di Economia scelgono una struttura ospitante altoatesina solo nel 37,6% dei casi. Saranno gli studenti altoatesini ad essere particolarmente attratti dalle esperienze all’estero? Pramstrahler precisa: “Ci ha molto sorpreso quanto gli studenti siano attratti dai paesi limitrofi tedescofoni, ma sembra riguardare in particolar modo gli studenti che vengono dal resto d’Italia.“

I soldi hanno un ruolo marginale per gli studenti.

Quali sono gli aspetti che gli studenti considerano importanti quando scelgono un tirocinio? Per il 70% degli intervistati l’aspetto più importante è il tipo di attività o il lavoro proposto, seguito dall’azienda o istituzione nella quale si svolgerà. Al terzo posto troviamo il momento più favorevole durante il percorso di studi e, ancora, per 1 studente su 5 è rilevante la vicinanza alla propria residenza. L’eventualità di un compenso è centrale solo per il 6% degli intervistati. L’11% indica tra gli aspetti importanti l’apprendimento di una lingua (generalmente il tedesco) e l’esigenza di fare un´esperienza all’estero. Il 46,9% afferma di aver cercato autonomamente il posto di tirocinio. Generalmente però i tirocini non sono l’unica esperienza di lavoro degli studenti: quasi 6 studenti su 10 lavorano o lavoricchiano, soprattutto gli studenti di Scienze della Formazione (70,1%). “I tirocini rappresentano la prima esperienza professionale degli studenti. Conseguentemente ritengo positiva che lo ricerchino attivamente. Ciò li prepara all’entrata nel mondo del lavoro”, afferma Hermine Runggaldier, responsabile dell’ufficio Tirocini&Placement di unibz, “anche per questo motivo, il nostro servizio offre consulenza su come affrontare al meglio un colloquio di lavoro”.

Quantomeno il 39,9% degli intervistati ha ricevuto un compenso per il lavoro da tirocinante, in particolare quelli della Facoltà di Informatica (53,3%), mentre ciò non vale per quelli della Facoltà di Scienze della Formazione (20,7%). Dal tirocinio gli studenti si aspettano di conoscere meglio uno specifico settore professionale (6,2 su una scala da 1 a 7), di mettere in pratica quanto studiato (5,5), di instaurare contatti per l’ingresso nel mondo del lavoro (5,4) e di avere una buona esperienza da riportare sul proprio curriculum (5,4). La possibilità di ricevere un compenso si colloca in fondo alla scala di importanza (2,9).

Per uno studente su tre il tirocinio unibz è un potenziale canale di accesso al mondo del lavoro.

“Esso permette di effettuare un lavoro di rete, di creare legami e farsi conoscere e, per queste ragioni, lo promuoviamo”, afferma Runggaldier, “per il 17,3% ne deriva una successiva collaborazione con la struttura ospitante, nella maggior parte dei casi sotto forma di lavoro a progetto (15,1%) in particolare nel caso degli studenti della Facoltà di Informatica (33%)”. Anche se non sfocia in una collaborazione immediata, un ulteriore 14,5% rimane in contatto con l’azienda, alcuni per valutare un’offerta lavorativa per la fine degli studi, altri per raccogliere spunti e materiali per la tesi di laurea. Per due terzi (65,7%) degli studenti unibz il tirocinio rimane un’esperienza che non si protrae oltre, in particolar modo nel caso dei tirocini svolti nei paesi limitrofi tedescofoni.

L’indagine ha anche rilevato i paesi considerati particolarmente interessanti dagli studenti per il loro futuro lavorativo. In complesso il 36,2% vorrebbe mandare il proprio curriculum anche all’estero, il 57,2% indica l’Italia. Particolarmente attratti dall’estero sono gli studenti della Facoltà di Economia (49,2%) e quelli della Facoltà di Informatica (46,7%); gli studenti di Scienze della Formazione e di Scienze e Tecnologie si orientano invece principalmente al mercato del lavoro locale, mentre gli studenti provenienti da altre regioni italiane sono particolarmente attratti dall’estero: il 52,7% vuole candidarsi anche fuori dall’Italia, rispetto al mero 14,6% degli altoatesini.

Per coloro che si candidano in Italia, l’Alto Adige sembra essere la zona maggiormente appetibile.

La maggior parte dei tirocinanti (67,3%) vuole orientarsi anche verso il mercato del lavoro locale. Lo stesso vale per un quarto degli studenti provenienti da altre regioni italiane (25%). Al contrario, solo il 5,6% degli studenti altoatesini indica di voler cercare un lavoro nel resto d’Italia.

Per ulteriori informazioni ci si può rivolgere al coordinatore del progetto Werner Pramstrahler  (T. 0471 41 88 44, ).

Vai alla presentazione.


Hanno presentato lo studio:

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Unibz: Laura Hitthaler, Hermine Runggaldier, Prof. Gabriella Dodero (1,5,6 da sx)

Ipl: Stefan Perini, Werner Pramstrahler, Heidi Flarer (2,3,4 da sx)

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