Questo rapporto descrive la situazione dei rapporti di lavoro atipico rispetto a due settori, quello della “consulenza” e quello della “cultura e sport”, del pubblico impiego altoatesino. A fine 2013 sia il settore “consulenza” che quello della “cultura e sport” registravano entrambi 799 occupati, che equivale al 2% della forza lavoro della PIAA. Mentre il settore “cultura e sport” copre solo il 46,2% del proprio fabbisogno di personale con rapporti di lavoro dipendente tipico, quindi con contratti di lavoro a tempo indeterminato e pieno, nel settore “consulenza” tale quota sale già al 57%, raggiungendo un dato superiore alla media rispetto all’intera PIAA. Particolarmente significativa è la quota di occupati con contratti di lavoro fortemente atipici. Oltre ai motivi noti che portano a stipulare contratti di lavoro atipico (sostituzione per maternità e/o per motivi educativi), nei settori “consulenza” e “cultura e sport” si individuano anche altre cause: la bassa standardizzabilità delle attività, lo svolgimento di progetti innovativi e pilota, la necessità di specialisti e la stagionalità di alcune attività nel settore “cultura-sport”. Nei settori presi in esame in questo rapporto si può notare lo sviluppo e la persistenza di una situazione, che può essere descritta con il termine “eterogenizzazione bipolare”: accanto ad un nucleo formato da lavoratori con condizioni lavorative ben tutelate nell’ottica di una biografia “normale”, si evidenziano ai margini delle situazioni lavorative che portano alla precarietà. Un’ulteriore sfida per i due ambiti analizzati riguarda le decisioni politiche e più precisamente quali attività rientreranno nella sfera del pubblico impiego ed in quale forma.

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